Antonio Pitta, «Il “discorso del pazzo” o periautologia immoderata? Analisi retorico-letteraria di 2 Cor 11,1–12,18», Vol. 87 (2006) 493-510
Forced to defend himself from the slanders spread by his adversaries in Corinth
Paul accepts in 2 Cor 11,1–12,18 their challenge and draws a comparison situated
on the razor’s edge of the periautologia or of self-praise. More than being a fool’s
speech his discourse is an immoderate one and it stands up only because Paul’s
competitors lack measure and moderation. The main thesis of the section (2 Cor
11,5-6) announces an apology of Paul’s superiority which will be proved not by
means of verbose or empty elocution but by the facts: gratuity in evangelization,
ministerial relationships with Christ, visions and revelations, all of them balanced
by means of a paradoxical boasting in one’s own weakness.
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uno dei caratteri diffusi nella tragedia greca e nella commedia
romana (29): quello del pazzo che pronuncia un discorso soltanto in ap-
parenza sconclusionato ma che alla fine risulta capace di comunicare
verità indiscusse. Il mimo del pazzo è così evocato da Orazio: “La ru-
videzza zotica, sgraziata e fastidiosa, che si affida a testa rasata e denti
neri, attribuendosi patente di libertà assoluta e virtù vera… L’altro in-
vece disputa e spesso, su fondamenti di lana caprina. Si batte armato
di sciocchezze†(30). Il mimo del folle è ripreso anche da Apuleio, nelle
sue Metamorphoseon, a proposito di un certo Socrate (31); e nella sto-
riografia latina è diffusa la pazzia attribuita all’Imperatore Claudio,
come ben ricorda Svetonio: “(Nerone) insultò Claudio morto con ogni
genere di oltraggio, facendone notare ora la stupidaggine e ora la cru-
deltà . Faceva anche un gioco di parole, allungando la prima sillaba
della parola latina morari, in modo che egli aveva cessato di vivere tra
gli uomini, si intendesse che aveva cessato di fare il pazzo†(Nero
33,1) (32). Infine in uno dei papiri greci antichi si racconta del caso di
una certa Caritione, difesa da un folle davanti al re che stava per sacri-
ficarla alla dea Selene (cf. P.Oxy 413, databile nel II sec. d.C.) (33).
Il mimo del pazzo si adatta bene al discorso di 1 Cor 1–4 giacché
è in questione la follia della croce, quale via scelta da Dio per confon-
dere sia i giudei sia i greci: e soltanto con il ricorso alla pazzia po-
tranno essere accolte dalla comunità di Corinto le implicazioni eccle-
siali della predicazione paolina.
(29) L.L. WELBORN, Paul the Fool of Christ: A Study of 1 Corinthians 1-4
in the Comic-Philosophic Tradition (JSNT SS 293; London - New York 2005)
22-33.
(30) ORAZIO, Epistulae 1,18,10-14.
(31) Cf. APULEIO, Metamorphoseon 1,6-7; cf. anche il caso riportato in Meta-
morphoseon 10,2-12. Il caso di Socrate è scelto da WELBORN, Paul, the Fool of
Christ, 34-36 per porre in risalto le caratteristiche del mimo sulla follia.
(32) Cf. inoltre SVETONIO, Claudius 15,4: “Nei processi e nei giudizi fu estre-
mamente variabile: ora sagace e circospetto, ora inconsulto e precipitoso, ora fri-
volo e quasi folle (amentique); 38,3 “Conscio di essere soggetto all’ira e al risen-
timento, se ne scusò con un editto, facendo distinzione tra i due sentimenti e
promettendo che la prima sarebbe stata di breve durata e di nessuna conse-
guenza, e il secondo non sarebbe mai stato ingiustoâ€; 40,1: “Spesso, poi dimo-
strava una tale sbadataggine nelle parole e negli atti che sembrava non si ren-
desse conto né di chi fosse né chi fossero gli ascoltatori né del luogo o del tempo
in cui stava parlandoâ€.
(33) ANONYMOUS, Charition, Select papyri III. Literary Papyri. Poetry (ed.
D.L. PAGE) (LCL 360; Cambridge – London 1992) 336-349. L’episodio è analiz-
zato in dettaglio da WELBORN, Paul, the Fool of Christ, 41-43.